Il sistema di assegnazione degli incarichi sta penalizzando gravemente i candidati con punteggi più alti. Questi candidati, fidandosi del loro posizionamento elevato in graduatoria, possono scegliere solo un numero limitato di sedi desiderate. Tuttavia, se queste sedi non sono disponibili quando arriva il loro turno di nomina, vengono esclusi dalla procedura.
Accertata l’illegittimità del comportamento ministeriale, il Tribunale di Ivrea ha concluso che è un diritto per la ricorrente vedere risarcito il danno subito, tramite l’attribuzione del punteggio che avrebbe ottenuto se fosse stata correttamente chiamata con il bollettino del 19 settembre. Inoltre, ha diritto anche alle retribuzioni che avrebbe percepito se avesse ottenuto la supplenza annuale, al netto delle somme guadagnate in esecuzione di contratti di supplenza ottenuti da altre fonti.
“Questa situazione è il risultato di graduatorie piene di errori, prima pubblicate e poi ritirate, per poi essere ripubblicate ancora con errori”, denuncia D’Aprile. “Abbiamo più volte richiesto la risoluzione di queste incongruenze, ma non essere stati ascoltati ha determinato queste conseguenze. Quali conseguenze? Un aumento delle controversie che favorisce il ‘balletto’ dei docenti, con inevitabili ricadute sulla gestione delle scuole”.
“A pagarne le spese”, conclude il Segretario, “sono i dirigenti scolastici, il personale delle segreterie già oberato di lavoro, i docenti non assunti o addirittura superati da chi ha un punteggio inferiore, gli alunni e le famiglie, che vedranno la continuità didattica come un miraggio sempre più lontano”.
Chiediamo una revisione del sistema di assegnazione degli incarichi per garantire una maggiore equità e favorire una gestione scolastica più stabile e affidabile.